mercoledì 23 maggio 2012

Quelli detti "Akward moments"

E poi arrivi improvvisamente ad un punto in cui tutto si trasforma comicamente in un classico "akward moment".

Per chi non lo sapesse "akward moment" é un´espressione inglese che vuol dire "brutto momento", nel senso di imbarazzante.
Per fare un esempio stupido, a uno che viene dal messico, e va in exchange da qualche parte, viene detto "ah, il messico, é in africa giusto??"
Ecco, questo é una cosa che lascia il ragazzo dal messico in un "akward moment" perché non si puó dire nulla a uno convinto che il messico sia in africa: chiunque rimarrebbe balbo di fronte a tanta ingnoranza, e non dice nulla perché si ha un pó paura di distruggere l´autostima dell´altro dicendo che il messico in realtá é in America.

E questi momenti imbarazzanti possono essere di qualsiasi tipo.
A me sono venuti a chiedere (mezzi terrorizzati) se la mia famiglia é mafiosa, e mezza Danimarca é convinta che salutiamo i mafiosi la mattina, e li riconosciamo camminando in giro.
Del tipo che se dicevo "si mio padre é un mafioso e se mi stai antipatico te lo mando a casa" mi schiattavano sul colpo!

Comunque tornando a quello che volevo scrivere (di cazzate ce ne sarebbero tante), si arriva in un momento dell´esperienza di exchange in cui arrivano bombardate di questi momenti assurdi!
Il primo e l´ultimo mese sono quelli in cui ci sono piú momenti cosí: i primi mesi perché é tutto nuovo e ti vengono fatte domande del tipo: "I tuoi sono mafiosi??" e affermazioni come: "il Messico é in Africa!"; ma alla fine le domande cambiano, e si trasformano in cose come...

"Hej! ma come, vai via?? non dovevi restare qui anche il prossimo anno???"
"Ma sei piú felice o piú triste di andartene??"
"Davverroo??? noooooooo!!!!"

...Tutte frasi che magari sembrano innocue, anche gentili, ma in realtá non lo sono.
Scusate, ma come si fa a chiedere a uno che cerca di mettersi in ordine le idee perché é costretto a tornare indietro, se é piú felice o piú triste di andarsene??

NON LO SA NEMMENO LUI!

Comunque a volte questi momenti portano un pó di risate:
mi é successa una cosa tipo 10 minuti fa:

Allora, io sto organizzando una festa, o meglio, una bella grigliatona con degli amici per salutarli prima di partire.

Il problema é che in Danimarca dalla quarta alla quinta superiore devono fare degli esami.
E purtroppo la data della festa l´ho dovuta piazzare in mezzo a questo periodo di esami, non perché l´ho fatto apposta per non far venire nessuno, anzi..
é che poi non ci sono piú io!!

Comunque, ho un´amica, diciamo... un pó particolare...
cambiando classe, le chiedo

"Allora, Giulia -cambio il nome- , vieni alla grigliatona??"
"oooh Elisa, ma sai non so"
"Come non sai?? non vieni a salutarmi?"
"no, é che é ancora periodo d´esami.."
"si, ma non é certo che ne hai uno la mattina dopo.. e anche se ce l´hai studi il pomeriggio o il giorno prima, e poi la sera vieni da me, ci rilassiamo con gli altri cosí sei anche piú rilassata.."
"Nono, io sono sempre impanicata prima di un´esame, non posso venire se ne ho uno il giorno dopo!!"
"Ma cavolo Giulia, non te ne frega niente di venirmi a salutare?? Guarda che é l´ultima possibilitá di vederci quella!!"
"Ma no figurati, usciremo un pomeriggio.. poi tu non lavori in cittá mentre noi abbiamo gli esami?"
"Si, ma non é la stessa cosa.. cioé io faccio una festa apposta e tu la salti.. ma dai!!! non puoi!"
"Sí che posso,-dice quasi urlando- anzi lo faccio, perché sono sempre impanicata, e ho bisogno di studiare sino all´ultimo secondo!"

Capite bene che non mi ha fatto piacere.. é una delle mie amiche in classe, e proprio lei mi dice che se c´é un´esame non viene perché deve studiare.
A parte il fatto che lo sai un mese prima quando hai un´esame qui, ma mi é sembrato veramente una scusa pessima, il dover studiare sino a un secondo prima.
Il peggio é che non era una scusa.
Cioé, lei é veramente cosí, ma pensavo ci tenesse quanto me a venire a salutarmi!

Comunque per fortuna arriva un´altra, con un mitra giocattolo e inizia a sparare alla Giulia per finta

"WAAAAA, MUORIIIII!!! AHAHAH!!"

La Giulia la guarda un´attimo stralunata, e sotto il rumore degli "spari" le fa:

"PEPPINA!-altro nome inventato- CHE STAI FACENDO?"

Peppina smette di sparare, e con la sua faccia angelica, le fa:

"Eh, ma tu DEVI venire alla festa della Eli, altrimenti ti sparo!"

E riparte: "TARARARARARRARAARRAARARA!!"

Non mi sono trattenuta un´abbraccio appena Giulia si é voltata! Dooolce Peppina!!
So almeno che Peppina verrá!!


La conclusione, il nocciolo, il punto della questione comunque é:
Gli "akward moments" ci sono e ci saranno, sempre e comunque, la domanda é se ci sará una o un Peppino di turno, a renderli un pó meno "akward" e un pó piú "moments"!!!

martedì 17 aprile 2012

Solitudine

Capita di sentirsi soli.
Magari in modi diversi, ma capita a tutti ogni tanto.

Forse perché ti senti come se dovessi fare sempre tutto tu, forse perché vorresti uscire con qualcuno ma nessuno puó, forse semplicemente perché non c´é nessuno in giro.
Capita.

Peso sia un pó nel DNA della gente sentirsi soli a volte, e quando ci si sente soli non ci sono troppe cose che si possono fare, solo due:

Si puó stare lí a compiangersi, a chiedersi perché non va, a preoccuparsi di ció che succederá, a buttarsi giú di morale, a avere un bisogno compulsivo di fare qualcosa, anche se questo qualcosa ti fa sentire ancora piú solo e per di piú stupido.

Oppure si fa un sospiro, si prende la giacca e si esce a caccia di amici.
Si balla, come se nessuno ci guardasse.
Si fa, non importa cosa pensano, magari prendono in giro e poi si ride insieme.
Si regisce, e si fa in modo che quel vuoto sia riempito.

Il poeta Gibran nel "Il Profeta" dice: "..quanto piú scava il dolore, tanta piú gioia potrete contenere!"

Probabilmente si intuisce solo un poco cosa farei io...!

E poi ci sono quei momenti, che non sono solo solitudine, sono di piú, perché non é sentirsi soli in una stanza, ma poi apri la porta e c´é il mondo.
Ci sono quei momenti piú o meno lunghi perché ti senti solo perché ti stai guardando dentro.

Sembra una cosa da bamboline vudú e stregoni, ma non é cosí.
É quando sei da solo, perché non c´é veramente nessuno, e allora non resti solo che tu.
E senza volerlo pensi, pensi a te, pensi a quello che fai, pensi a quello che ti sta intorno.

E parli con te stesso, non da solo.

Tutto questo pensare arriva da qualche parte, ma chi pensa alla fine decide:
Ballerai come se nessuno ti guardasse?
Amerai come se non avessi mai sofferto?
Lavorerai come se non costasse fatica?

Non c´é una risposta giusta, e nemmeno una sbagliata, c´é la risposta per te.
C´é la risposta per quello che vuoi veramente.

Basta capire cosa vuoi.
E, non ci sono santi che tengano, la conquisterai.

venerdì 13 aprile 2012

Capisci quanto difficile é una lingua solo quando la devi imparare.

Ieri ero a "pausa pranzo" con i miei compagni di classe e loro chiacchieravano, come al solito, e io cercavo di stargli dietro, come al solito.

Poi ad un certo punto una si avvicina e dice quale sará il tema della prossima festa scolastica: Nazionalitá.
In pratica ogni classe si mette d´accordo e si traveste da quella nazionalitá, e chi é piú originale vince un premio.
Io ovviamente tutta felice sfoggio un bel sorriso e dico: "Ragazzi.. Italia! ahah!"

Una mia compagna (gli altri non avevano ascoltato/sentito) mi guarda e con un sorrisino non poco sarcastico mi fa "mmh certo...!"

Una persona normale avrebbe dovuto essere almeno triste, capire che qualcosa non andava SERIAMENTE con i miei compagni di classe, sentirmi una cacchina, voler sprofondare sotto terra e non emergere piú...
ma non so perché ma il primo persiero che mi é venuto in mente é stato:
"va bé, capisci quanto é difficile una lingua solo quando ti tocca imparla."

E improvvisamente non me ne fregava nulla se avessero scelto italia o qualsiasi altra cosa.
Per questa frase.

Non ho idea di perché l´ho pensata.
Anzi un´idea ce l´ho, ma é confusa, e non sono certa se alla fine di questo post sará piú chiara.

Mi viene automatico parlare in prima persona, anche se puó sembrare molto egoistico, perdonatemi.
Se qualcuno l´avesse detta a me questa frase l´avrei capita: non sapevo il danese, e spesso dico che é semplice, perché ormai lo parlo, ma mi capita spesso di trovarmi in situazioni in cui la mia faccia farebbe invidia a quella di un pesce lesso, di usare google translate, di non capire.
Prima di partire ho conosciuto un ragazzo danese che é venuto in Italia, come exchange student, e mi rendo conto solo ora della fatica che ha fatto a imparare l´italiano, e io non me ne rendevo conto, perché tanto é la mia lingua.
Adesso sí, o almeno di piú, perché sto imparando la sua di lingua.
E quando chiacchieriamo in danese lui ovviamente é piú se stesso, nel senso che é come rilassato.
Mentre io magari mi sento molto piú insicura.

Quindi tornano alla mia compagna che non é riuscita a farmi sentire una cacchetta, credo che lei si senta cosí sicura, rilassata, e non gliene frega nulla di considerarmi il minimo indispensabile semplicemente perché lei la sua lingua non l´ha mai dovuta imparare.
Non ha mai dovuto fare uno sforzo vero per capire una chiacchierata (e non riuscirci).
È un pó come me prima che partissi: non mi rendevo conto della fatica del mio amico sinché non sono andata nel suo Pease e ho provato a imparare la sua lingua e la sua cultura.
Lei non si rende conto della fatica che faccio io, quindi la dá per scontata. E io non sono piú la nuova italiana dei primi giorni interessante e simpatica a tutti: sono una straniera che parla male la sua lingua.

"E questa vuole farci fare la sfilatina nei colori dell´italia solo per lei? E chi é questa, che le dobbiamo? Io di sicuro in giro vestita di rosso bianco e verde non ci vado di sicuro, solo perché ci sei tu in classe mia!"

...probabilmente l´avrei detto anche io.

Da un lato li capisco, non hanno torto, ma mi dispiace che abbiano una cosí bassa considerazione di me.
Non mi era mai capitato di essere "la straniera".
Grazie al cielo non tutta la mia classe é cosí. Ho 5 amiche, con gli altri riesco a parlarci se sono da soli,se li prendo individualmente, e allora chiacchieriamo, altrimenti in gruppo é impossibile.

9 mesi non bastano per parlare come loro.
E forse é per questo che non gli interessa nulla scegliere l´Italia.

Ci sarebbe differenza se invece, mentre io imparo il danese, loro imparassero l´italiano.
Allora sarebbe diverso: ci sarebbe uno scambio, io insegnerei l´italiano, e loro il danese a me, e allora si che sceglierebbero tutti l´Italia.

Ok adesso inizio a deprimermi e a sentirmi una cacchetta, per cui lascio stare.
Ma almeno mi sono chiarita le idee.
ho dato un senso a una frase che prima non ce l´aveva!

venerdì 6 aprile 2012

Pranzi di famiglia.

Pranzi di famiglia.
Ovvero: salvatemi.


Attenzione, a me piaciono i pranzi di famiglia nulla da dire, anzi!
Si mangia e si chiacchiera, e per chi mi conosce sa che sono due punti che secondo me si sposano perfettamente tra loro!


I parenti, le risate, "Ma come staiiii??", "Ma quanto sei cresciutooo!!!", "Eh, ma che bella signorinaa!", "QUALCUNO MI AIUTA COL DOLCEEE???", la nonna che strizza le guance a tutti, la mamma che va in escandescenza... e via dicendo.
L´atmosfera che c´é in Italia in una riunione familiare é questa, e io la adoro, non c´é nulla da dire!


E anche i pranzi danesi sono cosí: ci si mette a tavola a mezzogiorno, e alle 4 e mezza forse sei al dolce!
E durante, si parla: chi racconta una cosa assurda, chi una divertente, chi si abbuffa,......
Le famiglie sono le stesse in tutto il mondo!


Il bello poi, é che tu non sei mai fuori, ma parli, ridi, sei sempre in mezzo..!
Bello.
Bellissimo no?
L´atmosfera familiare, la tranquillitá... una meraviglia.
Ci si sfonda di roba, ma tranquillamente, cosí non ti accorgi che ingrassi, anche se una vocina te lo suggerisce sottovoce.....


"Ingrsserai 10 kili solo có stó pranzooo......"


Come comincia un pranzo di famiglia?
Non inizia un´ora prima dell´arrivo degli ospiti. Eh no  cari, troppo facile!
Inizia 3 giorni prima, quando la casa viene invasa da profumini fantastici, e piatti enormi di roba buonissima, che peró non puoi mangiare adesso.
E come risulatato la cucina é barricata per 3 giorni da qualsiasi tipo di portata: primo, carne, pesce, verdura, salse, contorni, dolci, dessert, pasticcini, cioccolato......
E magicamente quando la cucina "riapre" tutta quella roba é sparita, infilata nel frigorifero, che la contiene a fatica, infatti ogni volta che apri il frigo devi stare attento: lo apri di un cm per vedere se cade qualcosa, e poi, pianopiano, ti azzardi ad aprire l´anta.


Andati questi 3 giorni infernali che peró sono utili, perché fanno venire l´acquolina in bocca, arriva il momento fatidico: il oco,pochissimo tempo per prepararsi prima dell´arrivo degli invitati.
Le donne ne impiegano 2 di ore, gli uomini magicamente un quarto d´ora.
Dopo che ci si é messi tutti in tiro, a turno, si fa la posta al campanello, per vedere chi arriva per primo.


Una volta che sono arrivati tutti gli invitati, la donna di casa fa accomodare tutti a tavola, e iniziano le portate elefentiache.
Allora, al primo hai famissima, il cervello é sveglio e quindi partecipa alla conversazione in modo attivo, sei sveglio, ancora un pó eccitato e col trucco perfetto.
Alla seconda volta che passa il piatto del pirimo, tu sei ancora a posto, hai un pó meno fame, e di solito passi avanti il piatto per non rovinarti l´appetito, previste le seguenti 453462541 portate che tua madre ha preparato.
Al secondo (e se ti sei messo a tavola a mezzogiono, vuol dire che é circa l´una), sei ancora sveglio, le chiacchiere continuano, e tu partecipi saltuariamente, seguendo e non, mangiando, e guardandoti intorno.
Ovviamente il secondo passerá una seconda volta, e magari ne prendi un pó, giusto perché era proprio buono.


Adesso c´é una pausa tra le prime due portate e  il resto.
In quella pausa sei un momento di trance: mezzo addormenteto perché la pancia piena e il bicchiere di vino fanno quell´effetto, e un pó perché tutte le chiacchiere stancano, ma sei ancora vivo.


Quando arriva il dolce sono circa le 3 del pomeriggio, e solo la parola "doce" ti risveglia un attimo. finito quello, non hai la piú pallida idea di quale sia l´argomento che i tuoi parenti stanno discutendo con tanto ardore, ma sorridi.
Il trucco é andato quasi via, tu sei rilassata/o, la pancia piena, allegro, quando qualcuno ti rivolge la parola chiacchieri volentieri ed é tutto molto piacevole.


Alle 4 del pomeriggio, ti sei fatto una mega dose di chiacchiere, riconciliazioni parentali, cugini, zii, figuaracce (perché magari non ti ricordavi il nome del marito di tua zia di secondo grado), e sei comunque sorridente, ma inizi a desiderare che il "pranzo" finisca lí.


Alle 5 non ce la fai piú. Fai finta di andare in bagno per tirare un respiro, e hai quasi l´illusione che nulla di tutto ció sia mai accaduto.


Alle 5 e mezza finalmente qualcuno ha ascoltato la tua preghiera sileziosa (ma piú probabilmente quella dei figli) e se ne va.
Alle sei c´é sicuramente ancora qualcuno, e a quel punto non ci sei piú, ogni parola che dice ti entra da un orecchio e ti esce dall´altro, ma un neurone che ha volglia di straordinari ti fa pronunciare le risposte giuste, mentre tutti gli altri dicono "ti prego, mi ha fatto piacere vederti, ma vattene, ti prego!"


La fine del famossissimo e atteso "pranzetto" arriva solo alle 8 di sera, dopo aver lavato i 654646176811687546876876534 piatti, pentole bicchieri e posate.
E alle 9 sei cosí distrutto e con la pancia cosí piena che ti infili il pigiama o una delle famosissime "tenute casalinghe" che tutti conosciamo e ci si spaparanza con poca grazia sul divano.


Insomma, no é fantastico.
Assolutamente meraviglioso. E dico sul serio, non sono ironica! Mi piace, e mi mancano da morire le riunioni familiari infinite.
Ma siccome di famiglie ce ne sono in tutto il mondo, anche in Danimarca, di conseguenza ci sono i pranzi familiari anche qui.
E pensate che bello. Provate a ripensare a un "pranzo" di famiglia italiano, e le chiacchiere pensatele, che so...in danese!
Ci siete? Bravi! Adesso, vi ricordate la fase delle 5 e mezza, quando inizi a desiderare che la gente se ne vada?
Ecco, quella é piú o meno l´ora italiana, ma se la immaginate in danese, si anticipa automaticamente.


Che belli i pranzi di famiglia.
Soprattutto in danese.
Sí, bellissimi.

martedì 27 marzo 2012

Divisa

Da quando sono piccola avevo sempre desiderato fare un viaggio all´estero da sola. Per vedere se ce la facevo, per vedere se ero capace.

E ci sono dentro. Sono passati 5 mesi. Poi ne sono passati 6. Poi 7.
E oggi, sono ufficialmente 8 mesi.

Sono 8 mesi di fatica, per imparare una lingua assurda; ma anche di soddisfazione.
Dopotutto ce l´ho fatta: ho fatto un viaggio all´estero da sola no?

Sono soddisfatta di quello che ho raggiunto, e delle persone che ho conosciuto, delle esperienze che ho fatto.
Ma non é finita.

Adesso inizia il conto alla rovescia:
3, 2, 1,...0

E da oggi mancano 95 giorni a quando lasceró la mia cittá danese.
Novantacinque.

E sembra un´ingiustizia che dopo otto mesi, adesso che inizi a vivere davvero, ti resti cosí poco.
Dopo che hai fatto tutta quella fatica, non puoi nemmeno restare un mese in piú.
Perché hai firmato quel foglio, e hai promesso, e non puoi tirarti indietro.
E quel pezzetto di carta, lo stesso che ti ha messo in quella situazione, ti strappa via senza battere ciglio.

È come un castello di sabbia.
Il bimbo usa una paletta presa in prestito per costruirlo, e magari ci mette tutto il pomeriggio.
E poi arriva il bambino che ha prestato la paletta, e in un secondo distrugge il castello, con la stessa paletta con il quale era stato costruito.

Ok é una metafora assurda, ma ci sta lo stesso.
Il senso é quello!

Insomma, ci sono volte che veramente maledici l´aereo che DEVI prendere, non hai scelta.
Ma ce ne sono altre che non vedi l´ora.

Tornare a casa. Rivedere tutti i miei amici. Non avere bisogno della birra per divertirsi.
Capire davvero quello che dicono.
Rivedere le montagne.
Il mio letto italiano.
Il cibo italiano, quello vero.

Tante cose, che ti fanno tornare voglia di prendere l´aereo.
Ma poi guardi a quello che hai qui e ci ripensi. E poi ti dispiace che hai solo 95 giorni.
E poi maledici l´aereo, e poi succede qualcosa che ti fa venire di nuovo voglia di andartene.

E sí, e no, e si ,e no, e si ,e no.
Non é indecisione, é lotta.

Perché tutt´e due le chiami "casa", tutt´e due le chiami famiglie, tutt´e due sono familiari.

E improvvisamente ti ritrovi divisa a metá.

É quell´orribile momento in cui vorresti essere in due posti allo stesso momento.

martedì 20 marzo 2012

Forår......Dolce primavera!

che dire sulla primavera in Danimarca...
in realtá é appena iniziata!!

Ma dovevo scrivere qualcosa a proposito, per due motivi:

1.  Perché ieri é stato il primo giorno di vero sole (quello con il cielo azzurro) dall´inizio dell´inverno!!!
Cioé vi rendete conto, io sono rimasta avvolta nella nebbia per tipo 3-4 mesi!
ok, ogni tanto non c´era nebbia... pioveva!..... e se non pioveva......tranquilli che il sole in qualche modo non si vedeva!

2. Google lo dice: 20-03-2012.........primo giorno di primavera!
non mi potevo tirare indietro!


Quindi, é iniziata ufficialmente la primavera, e a me é venuto un raffreddore, com´é d´obbligo ad ogni cambio di stagione.
I fiori non ci sono ancora (ma ci spero vivamente), e il sole fa capolino ogni tanto, piano piano.
 Le previsioni dicono che fará molto piú caldo prossimamente e si sente: da dolci -10 gradi siamo passati a +10!

Che dire, mi sembra di essere uno di quei presentatori del meteo durante il telegiornale...
"Per martedí il tempo migliorerá, portando la temperatura a + 10 gradi su tutta la penisola!"

Bene, ora che ho fatto la previsione meteo (decidete voi se italiana o danese) non so piú che cosa dire

"IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIH" (immaginarsi un sorriso a 378 denti, preeggooo...!)

..e poi che la gente non mi venga a dire che non sono simpatica! muhahah!


comunque, con l´arrivo della primavera inizio pure a fare un pochettino di sport!
con un´amica brasiliana!
e andiamo a giocare a calcio!
BrasileVSItalia.... spændende! (emozionante!)

ed é anche un´ottima occasione per fare un pó di moto: con la scusa che era inverno, faceva freddo, era tutto nuovo etc, non ho mai iniziato uno sport!...e mi vergogno a dire quanto peso...!!

Riassumendo la primavera porta...:

1. SOOLLLEEEEEE!!! Dio Gratiassss!!
2. costrizione a fare sport...!
3...3....3..........non mi viene in mente niente, ma va bene lo stesso! ("IIIIIIIIH!"..indovinate cosa dovete immaginare!)

lunedì 12 marzo 2012

Promessa.

Sono riapparsa improvvisamente in Danimarca! Sono stata una settimana in gita scolastica a Vienna, ed é stato bellissimo, ma ragazzi, 22 ora di viaggio andata e 22 ritorno in treno sono pesantine.........!
Comunque sono tornata, carichissima! e mi sono giá lanciata a capofitto nella vita di Ringkøbing.
Probabilmente una buona parte la fa la primavera che si avvicina, e la cosa mi rende euforica! È stato senza dubbio un inverno lungo.. Oppure, sono cosí piena di voglia di fare perché a casa é arrivata una lettera.

Sono 10 fogli che parlao solo ed esclusivamente dei "tuoi ultimi 3 mesi e mezzo in Danimarca" e del "tuo ritorno a casa".

Ci ho messo un´ora e mezza prima di trovare la forza di leggere.
E quindi é ufficiale: per la gioia di tutti i miei cari, il 4 luglio sono ufficialmente in Italia.

E quindi ieri sera ho deciso: non mi interessa nulla, non mi curo piú di quelli a cui sto antipatica, dei ragazzi indecisi, di quelli che mi evitano.
Io ho 3 mesi e mezzo e chissá quando ritorneró. Perció me li vivró al massimo, lo giuro.

E dopo questa promessa che mi sono fatta sono partita con la marcia inserita, e mi diverto.. ragazzi quando ci vuole ci vuole per davvero!

lunedì 20 febbraio 2012

Svezia e Danimarca

Premetto che non so perché sto scrivendo quest post, semplicemente non ho nulla da fare e sono stata da poco in Svezia. Oppure ho voglia di spettegolare, decidete voi!

Tra Svezia e Danimarca ho scoperto che c´é un rapporto molto particolare.

Sono vicini di casa. E come tutti i buoni vicini, ce n´é uno insopportabile e noioso, e l´altro che subisce.
E viceversa! Insomma in generale non si amano.

I danesi prendono tantissimo in giro gli svedesi, facendo il "versaccio" dello svedese (se i danesi parlano con una patata in bocca, gli svedesi parlano con una patata in bocca e il naso tappato...immaginate!), mentre gli svedesi sono letteralmente divisi in due..

La parte "sud", il "naso" della Svezia, dove c´é Malmö, si sente piú danese che svedese, ADORA la Danimarca, e vorrebbe farne parte:tanto é talmente lontana da Stoccolma e cosí vicina a Copenhagen che nessuno se ne accorgerebbe. Ci sono persino danesi che hanno la casa a Malmö, e vanno al lavoro a Copenhagen. E intanto la Danimarca intera prende per il culo quella zona svedese cosí tanto da distruggere la poca autostima degli svedesi di quella zona.

La parte "nord", dove c´é Stoccolma, ODIA la Danimarca, e a mio parere c´ha pure ragione: hanno fatto parte del regno danese per anni, e sono sempre stati trattati malissimo, si sono guadagnati la libertá, e vengono tutt´ora presi in giro. Come se non bastasse, la parte sud del paese si venderebbe per un soldo bucato (non é una metafora) per far parte di quell´odiatissimo sputo di terra.

La Danimarca da parte sua se la ride della grossa!
Ama le barzallette sugli svedesi, e qualsiasi cosa faccia cattiva ironia di loro.

Il mio parere in tutto questo casino é che hanno tutti un pochettino di ragione: il nordSvezia a odiare la Danimarca, il sudSvezia ad amarla, e la Danimarca a ridersela.
Peró, sono anche tutti e tre un pochettino nel torto: il nordSvezia potrebbe farsi sentire un pochettino di piú al sud, giusto per diffondere un pó di patriottismo e non spezzettarsi; il sudSvezia é proprio stupido ad amare la Danimarca mentre questa la prende in giro; e la Danimarca potrebbe ridere sottovoce...

Come si vede dalle FANTASTICHE foto che ho messo, Malmö é molto piú vicina a Copenhagen rispetto che a Stoccolma, perció la parte "sud" (é quella che ho colorato in grigio nella foto qui accanto) un pochettino giustificata.

lunedì 6 febbraio 2012

Un´altra genialitá firmata DK!

Questo post merita particolarmente, perché racconto di quello che faccio, mentre lo sto facendo.

Ma perché si capisca da qui in poi devo raccontare tutto dall´inizio.....

LANCIERS

Io amo questa parola.
Allora, dovete mischiare un ballo di gala, carnevale, una scuola, un pizzico di ´800, e soprattutto i danesi, e avrete un fantastico Lanciers!

Tanto per essere piú precisi: é una festa, che di base serve per far divertire e distrarre quelli dell´ultimo anno (terzo) perché hanno gli esami, e che si devono vestire proprio da galá, quindi: vestiti lunghi ed eleganti e smoking!
Poi ci sono quelli del primo anno! i "piccolini"! e che vengono, ma si vestono normali perché la festa non é per loro, ma sono stati invitati un pó per pietá.
E primi ma non ultimi, i "mediani", quelli del secondo anno. Tra cui io. Ci dobbiamo vestire da "carnevale", insomma dobbiamo scegliere dei vestiti divertenti, giusto per mettere un pó di allegria.
E dobbiamo scegliere il "costume" (chiamiamolo cosí), per QUADRIGLIA.

Cos´é una quadriglia?? ..e qui entra in gioco il "pizzico di ´800 appena citato.

Provate a immaginare, in uno di quei film ambientati nell´800, in cui ci sono quei balli sontuosi e a coppie. Adesso prendete 4 coppie dal mucchio, disponetele a quadrato e fategli fare figure di ballo insieme: otterrete una quadriglia.

Questo implica che anche io ho il mio cavaliere, che non ho scelto, e che non mi ha scelto (solo quelli di terza si "scelgono" da soli) perché per primo e secondo anno i prof scelgono all´interno della classe. E a me é capitato uno sfigato un pó bruttino.
Indovinate qual´é il tema della nostra quadriglia??

API&FIORI! YEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH!

Ma sííí, tanto é per divertirsi! ..giusto?..

Comunque adoro questa cosa.... un´altra genialitá firmata DK!

Bene, finita l´introduzione!
Adesso arriviamo al presente: domani c´é la festa, e non c´é lezione normale infatti andremo tutti al centro sportivo Rofi qui vicino e a gruppi faremo diverse attivitá.
Questo significa 6 ore di ginnastica! SEI! se non pubblicheró mai questo post saprete perché!
E poi, a casa per vestirsi da fiori e di nuovo al gymnasium per  l´atteso Lanciers!

06-02-2012:

Ci ho messo un pó per raccontare la fine di tutto ció, ma eccomi di nuovo..
Intanto la festa é stata il 3 febbraio.

Io ero un dolcissimo e fantastico fiorellino lilla, e le altre dame erano un fiorellino banco e uno rosso, eravamo proprio belle. la quarta dama in realtá per un problema si é vestita da ape che era il costume dell´uomo.
Il mio uomo invece, non aveva proprio il costume.

Alle 18.45, dopo il discorso del preside, abbiamo iniziato a mangiare. C´erano tavoli ovunque, nella hall, in biblioteca, e nella sala da danza. Eravamo 800 e qualcosa -un numero emorme per gli standard di qua, il che fa ridere, perché solo gli studenti nella mia scuola in Italia sono circa 900, e sono pochi..

C´erano le ragazze e ragazzi del terzo anno che erano fantastici: i ragazzi con smoking, le ragazze con acconciature complicate e vestiti superlativi, proprio da Gala.
Qualcuna tra vestito e acconciatura ha speso circa 50000 corone, cioé 7.142 euro.

Anche quelli del secondo anno erano fantastici: oltre alla mia quadriglia, c´erano uomini e donne tirolesi, chimici pazzi, contadini, ciclisti, africani nudi,...
Un vero carnevale.

Quelli del primo erano vestiti normali.

Hanno iniziato, dopo cena, i ragazzi del terzo anno hanno ballato da soli il Lanciers, cioé cinque serie di circa 3-4 minuti ciascuno di una danza tra quattro coppie.
È difficile da spiegare, per cui ecco i video del ballo.







Dopodiché siamo entrati noi, il carnevale in persona, e abbiamo ballato con quelli del primo e terzo anno.

Poi il terzo anno ha ballato il valzer da solo. È stato davvero particolare da vedere.

Alla fine dei balli, il preside ha detto altre due parole e poi é stata festa! È venuta una band a suonare, e suonavano davvero bene. Ce ne erano tanti ubriachi di champagne e vino, ed é stato davvero memorabile. All´entrata era stato allestito un tavolo con frutta, caffé, thé, e cioccolata, per creare un pó di "hygge", coloro che hanno seguito il mio blog sanno cos´é.

Ce da dire che l´organizzazione é stata fantastica: all´entrata, all´inizio della serata, su un tavolo, sedevano 4 rgazzi a riprendere i biglietti per poter entrare.
I tavoli erano sparsi in tutta la scuola, e poiché il preside parlava mentre tutti erano seduti a tavola, era stata messa una telecamera dove avrebbe parlato il preside, e quella telecamera collegata ai proiettori nelle stanze dove c´erano i tavoli.
Piuttosto incredibile.
La festa é finita intorno a mezzanotte e mezza, e alcuni sono andati a casa, altri hanno continuato la festa giú in cittá.

È stata veramente un´esperienza nell´esperienza, e visto che probabilmente non lo rifaró mai piú, sono felicissima di averlo fatto!!


martedì 17 gennaio 2012

AHAHAHAHAHAH....no!

Questo post l´ho intitolato in queso fantastico e assolutament funnyssimo modo perché nel giro di due settimane mi sono capitate un sacco di situazioni del tipo "ahahahahah..no!"

Per essere piú chiari, il famosissimo "ahahahahah.. no!" lo uso solo in casi assolutamente speciali, e irripetibili di ""ironia"" (notare le doppie virgolette).

Ma prima chiariamoci:

I danesi, come tutti i popoli, ha il suo tipo di umorismo, che non é quello serioso degli inglesi, ma lontano anni luce da quello italiano.

L´umorismo danese é del tipo "io sono il meglio". Cioé i danesi ADORANO fare battutte assolutamente senza senso sugli svedesi, e li prendono continuamente in giro per la loro parlata.
Copio qui sotto una barzelletta danese tradotta in italiano che ho trovato sul web.

"Norvegia era tranquillamente seduto nella sua comoda poltrona davanti ad uno scoppiettante fuocherello. Un libro in mano, una tazza fumante alla sua destra e la mente concentrata nella lettura, lasciando il resto del mondo fuori dalla porta della sua abitazione invernale.
All’esterno vi era solo un paesaggio innevato, illuminato da una bellissima luna piena. Forse tra qualche settimana sarebbe riuscito a vedere l’aurora boreale che amava fin dai tempi più antichi.
Girò l’ennesima pagina del volume.
Il silenzio della notte, però, venne improvvisamente rotto da dei rumori ovattati provenienti da fuori.
Qualcuno si sta avvicinando, pensò Norvegia riconoscendo il suono tipico di chi sta camminando nella neve fresca.
Il rumore di quei passi pesanti si avvicinò sempre di più.
Il ragazzo appoggiò il libro accanto a sé. Le mani appoggiate ai braccioli della poltrona, il corpo leggermente proteso in avanti, pronto a scattare nel caso si trattasse di una minaccia.
I passi si fermarono a poca distanza da casa sua. Probabilmente lo sconosciuto si era arrestato davanti alla porta d’ingresso.
Adesso Norvegia riusciva a udire che la persona aveva il fiatone e respirava affannosamente per la fatica di aver camminato tanto.
Aveva le orecchie aperte, il norvegese, alla disperata ricerca di captare qualche altra cosa.
Niente. Adesso non si udiva più alcun suono. Ma sapeva che qualcosa stava per accadere, qualcosa di tremendamente brutto e traumatizzante che avrebbe rovinato la sua idilliaca serata nello chalet in montagna. Riusciva a percepirlo chiaramente.
E fu così, infatti.
D’un tratto la porta della casa si aprì di scatto mostrando il tanto –indesiderato- ospite, che altri non era che Danimarca.
«Norvegia!» lo salutò con entusiasmo, addentrandosi nella stanza senza che l’altro lo invitasse a entrare.
Dopo un momento di perplessità, impassibilmente ma con un pizzico di ostilità nella voce, chiese: «E tu che accidenti ci fai qui?»
L’altro lo guardo con un sorriso luminoso, come se non attendesse altro.
«Mi hanno appena raccontato una barzelletta sugli svedesi, fa morir dal ridere!»
«Non mi interessa.»
«Ma ti assicuro che è diverte. Sono certo che farà ridere persino te!»
«Ho detto di no.»
«Ma…»
«Non mi hai capito, forse?» questa volta si percepiva bene che Norvegia non sembrava in vena di compromessi. Lo guardava con quegli occhi vuoti ma dotati di una grande capacità di persuasione che rasentava la minaccia, una caratteristica che amava usare su chi gli risultava antipatico. Peccato che con Danimarca non funzionasse quasi mai.
Infatti, anche questa volta, non riuscì a farlo desistere.
Il ragazzo era lì. In piedi davanti alla soglia, la porta dimenticata aperta permettendo al vento di entrare e scompigliarli i capelli biondi in modo scenografico. Gli occhi azzurri erano diventati grandi e appena lucidi, la bocca era incurvata tristemente verso il basso e sembrava uno di quei bambini a cui i genitori gli hanno appena negato un giocattolo.
Poche persone sarebbero potute resistere ad una tale espressione, un misto tra un cucciolo abbandonato e un cherubino triste. Immagine straziante a cui non si poteva negare più nulla.
Norvegia la considerava, invece, solo una faccia da scemo.
Però sapeva che a questo punto Danimarca non se ne sarebbe più andato, forse sarebbe stato meglio assecondarlo – giusto quelle volta – e così, con fare rassegnato, gli concesse con un cenno della testa di iniziare a raccontare.
«Sul serio?» chiese entusiasta Danimarca.
«Sì, sul serio. Ma sbrigati che ho di meglio da fare»
«Allora... Ci sono questi due svedesi che arrivano a Copenhagen e…» ma all'improvviso Danimarca scoppiò a ridere fragorosamente. «No, aspetta. Ok, ricomincio: ci sono questi due svedesi che…» anche questa volta non riuscì a terminare la frase, troppo scosso dalle forti risa che non riusciva a trattenere. Stava addirittura piangendo.
«Si può sapere che hai da ridere?» chiese a questo punto Norvegia, ormai infastidito.
«È che fa troppo ridere, Nor. Troppo.» e infatti ricominciò a ridere, tenendosi una mano sullo stomaco e una su un mobile accanto a lui, troppo debole per reggersi in piedi."


E con questa assolutamente esilerante barzelletta i danesi si pisciano addosso.
commento:
AHAHAHAHAHAH....no!      cioé come si fa a ridere di una cosa del genere??

Comunque, questo é l´umorismo danese. Adesso che avete capito che aria tira qui al nord vi racconto!

Primo avvenimento:

Da una settimana ho iniziato a lavorare in una scuola materna come volontariato (non sono masochista, é l´unico modo che ho per non fare gli esami in danese a fine anno), e io, adorando i bambini, ho iniziato subito a divertirmi un sacco.

Ovviamente, con babini di 5 anni l´inglese non funziona, quindi parlavo (meglio: provavo a parlare) il poco danese che so.

Ieri, dopo scuola sono andata, e una bella bimba bionda, di quelle che dici "questa da grande fa la modella", mi si avvicina e mi dice: " Hvor kommer du fra?" (=da dove vieni?) , io: "dall´Italia, perché?" (in danese ovviamente)
lei..........:" Ah ecco peché non ti capiamo quando parli!"

....avete presente la terra che vi sprofonda sotto i piedi?....
lo sforzo di imparare una lingua per sei mesi, come se avessi sempre una patata in bocca per pronunciarle, e arriva una bambina di cinque anni e ti butta giú tutto nel giro di un nano-secondo.

Ovviamente l´insegnate che era vicino a noi e ha sentito, si é messa a ridere. 
Mentre a me veniva da piangere...!!!!!!!!!!!

Da odiarla profondamente. Segnata nella lista nera.

Non la bimba poveretta, ma l´insegnate!!! ma scusa imparalo tu l´italiano, poi ti vengo lí e ti dico che non capisco nulla, voglio vedere se ridi...

e questa piegata in due:AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH..no!!!

Secondo avvenimento:

La Danimarca é l´unico paese della UE che inizia con la D, e un pó da questo, un pó dal fatto che "il nonno del nonno del mio triszio di quarto grado era vichingo, quindi lo sono anche io!", si gasano un sacco.
E soprattutto quando parlano in dialetto (mi riferisco al VestJutland, perché non ho mai sentito il dialetto da altre parti) si sentono un misto tra vichinghi orgogliosi e potenti e contadinotti.

Capite bene che il mix é assoluntamente terribile.

In questa situazione mi sono trovata ad una festa: ero li con altri 4 amici e avevano iniziato a parlare in Jysk (dialetto dello jutland) da ubriachi. Non ho capito una parola, ovviamente, e c´erano questi che ridevano e non afferravo il perché (da ubriachi la parlata accellera).

Mi pare parlassero della birra, che in quel posto non era il massimo, ma ridendo continuavano a bere.
 E va bene, mi ci sono abituata: trincano qualsiasi cosa, pur di ubriacarsi, giuro.

Quindi tutto normale, il discorso, era ancora quello.
Improvvisamente uno di loro viene fuori dicendo:

"Den øl stinker, men du drikke den samme øl fordi er vikingerne!"

e tutti giú a ridere....

io ci sono rimasta un pó cosí perché avevo capito la frase "Questa birra fa schifo, ma tu bevila lo stesso perché é vichinga!".................ma ditemi dove sta il senso!!!

e quindi....

AHAHAHAHAH...no!

Terzo avvenimento:

In realtá non c´é un terzo avvenimento, ma non c´é due senza tre dico io!!

Comunque come dice il saggio....

"Se avete voglia di ridere, NON andate in Danimarca!"

martedì 10 gennaio 2012

Ti accorgi di essere in Danimarca se.... (o anche "processo di danesizzazione")

É veramente tanto che non scrivo nulla, ma questo perché non mi é successo nulla di particolare.
Oggi per caso ho trovato un post in un´altro blog, che diceva:

"Stai invecchiando se..."

E a seguire un elenco di punti ironici sulla giovinezza "sbandata" e la vecchiaia "rincoglionita".

Non so dire perché ma questa cavolata mi ha fatto venire un´illuminazione!

Io qui in Danimarca sono straniera, come in Italia lo puó essere un danese; e si ha l´onone e l´onere di vedere le cose da un punto di vista diverso.
A volte puó essere positivo, perché si ha un´angolazione in piú nel modo di vedere le cose; ma puó anche essere negativo: si fa molta fatica a capire un punto di vista che non comprendiamo.

Per questo quindi facciamo un pó di ordine:
queste sono un pó dei segnali che mi fanno capire di non essere per nulla in Italia.....!

TI ACCORGI DI ESSERE IN DANIMARCA (da mooolto tempo) SE.........


1)....Inizi a sognare in danese

2)....Fai miscugli improbabili di parole, che sono un misto di danese e italiano (ex: FLYTTI, pochi capiranno)

3)....Non ti stupisci se gli adolescenti ti dicono "Non esco oggi -anche se é l´unica giornata di sole da 2 settimane e una persona normale ha un bisogno FISICO di scappare di casa per due ore- perché devo finire la partita a computer!"

4)....La parola "Hygge" ti fa illuminare gli occhi!

5)....È diventato normale vedere un businessman in giacca, cravatta, calzettoni bianchi e sandali

6)....Maledici con tutta te stessa/o il "mod vind" (=controvento)

7)....La tua espressione ha 2 sfumature:felice e inespressiva!

8)....Per rispondere al telefono la prima cosa che pronunci é il tuo nome, perché dire "pronto" fa strano...

9)....Ti sembra dovuto che andando dal parrucchiere, all´ospedale, o in qualsiasi ufficio pubblico ti offrano caffé e biscotti

10)...Non ti ricordi piú il sapore della pizzaaaa!!!!

11)...Sei assolutamente convinto al 1000% che la scuola danese sia la migliore al mondo

12)...Ti senti a tuo agio ad andare a scuola o in giro in tuta/pigiama

13)...Sei convinto che il mondo non andrebbe avanti se la regina e il governo danese non ci fossero

14)...Diventa normale veder sventolare bandiere danesi piú o meno ovunque

15)...Gridi "skål" ad ogni sorso perché non sai che altro dire!

16)...Non noti piú le innumerevoli pale eoliche che sono sparse in tutta la danimarca

17)...Diventa automatico toglierti le scarpe appena entrato in casa, invece di tenertele addosso e girare con quelle

18)...Non fai piú calcoli mentali assurdi per capire quanti euro sono 300 corone

19)...Misuri il tempo in SETTIMANE: vacanza la settimana 7, viaggio con la scuola la setimana 12...

20)...É normale che la scuola organizzi gite di una settimana in paesi stranieri almeno una volta all´anno, di cui tu paghi solo una parte

21)...Riesci a pronunciare parole come Rød grød med flode, oppure endoplasmatisk ratikulum

e con questo un povero italiano, sa che deve fare attenzione ai mille e piú pericoli di quest´(in)ospitale paese!
...processo di danesizzazione completato!