venerdì 13 aprile 2012

Capisci quanto difficile é una lingua solo quando la devi imparare.

Ieri ero a "pausa pranzo" con i miei compagni di classe e loro chiacchieravano, come al solito, e io cercavo di stargli dietro, come al solito.

Poi ad un certo punto una si avvicina e dice quale sará il tema della prossima festa scolastica: Nazionalitá.
In pratica ogni classe si mette d´accordo e si traveste da quella nazionalitá, e chi é piú originale vince un premio.
Io ovviamente tutta felice sfoggio un bel sorriso e dico: "Ragazzi.. Italia! ahah!"

Una mia compagna (gli altri non avevano ascoltato/sentito) mi guarda e con un sorrisino non poco sarcastico mi fa "mmh certo...!"

Una persona normale avrebbe dovuto essere almeno triste, capire che qualcosa non andava SERIAMENTE con i miei compagni di classe, sentirmi una cacchina, voler sprofondare sotto terra e non emergere piú...
ma non so perché ma il primo persiero che mi é venuto in mente é stato:
"va bé, capisci quanto é difficile una lingua solo quando ti tocca imparla."

E improvvisamente non me ne fregava nulla se avessero scelto italia o qualsiasi altra cosa.
Per questa frase.

Non ho idea di perché l´ho pensata.
Anzi un´idea ce l´ho, ma é confusa, e non sono certa se alla fine di questo post sará piú chiara.

Mi viene automatico parlare in prima persona, anche se puó sembrare molto egoistico, perdonatemi.
Se qualcuno l´avesse detta a me questa frase l´avrei capita: non sapevo il danese, e spesso dico che é semplice, perché ormai lo parlo, ma mi capita spesso di trovarmi in situazioni in cui la mia faccia farebbe invidia a quella di un pesce lesso, di usare google translate, di non capire.
Prima di partire ho conosciuto un ragazzo danese che é venuto in Italia, come exchange student, e mi rendo conto solo ora della fatica che ha fatto a imparare l´italiano, e io non me ne rendevo conto, perché tanto é la mia lingua.
Adesso sí, o almeno di piú, perché sto imparando la sua di lingua.
E quando chiacchieriamo in danese lui ovviamente é piú se stesso, nel senso che é come rilassato.
Mentre io magari mi sento molto piú insicura.

Quindi tornano alla mia compagna che non é riuscita a farmi sentire una cacchetta, credo che lei si senta cosí sicura, rilassata, e non gliene frega nulla di considerarmi il minimo indispensabile semplicemente perché lei la sua lingua non l´ha mai dovuta imparare.
Non ha mai dovuto fare uno sforzo vero per capire una chiacchierata (e non riuscirci).
È un pó come me prima che partissi: non mi rendevo conto della fatica del mio amico sinché non sono andata nel suo Pease e ho provato a imparare la sua lingua e la sua cultura.
Lei non si rende conto della fatica che faccio io, quindi la dá per scontata. E io non sono piú la nuova italiana dei primi giorni interessante e simpatica a tutti: sono una straniera che parla male la sua lingua.

"E questa vuole farci fare la sfilatina nei colori dell´italia solo per lei? E chi é questa, che le dobbiamo? Io di sicuro in giro vestita di rosso bianco e verde non ci vado di sicuro, solo perché ci sei tu in classe mia!"

...probabilmente l´avrei detto anche io.

Da un lato li capisco, non hanno torto, ma mi dispiace che abbiano una cosí bassa considerazione di me.
Non mi era mai capitato di essere "la straniera".
Grazie al cielo non tutta la mia classe é cosí. Ho 5 amiche, con gli altri riesco a parlarci se sono da soli,se li prendo individualmente, e allora chiacchieriamo, altrimenti in gruppo é impossibile.

9 mesi non bastano per parlare come loro.
E forse é per questo che non gli interessa nulla scegliere l´Italia.

Ci sarebbe differenza se invece, mentre io imparo il danese, loro imparassero l´italiano.
Allora sarebbe diverso: ci sarebbe uno scambio, io insegnerei l´italiano, e loro il danese a me, e allora si che sceglierebbero tutti l´Italia.

Ok adesso inizio a deprimermi e a sentirmi una cacchetta, per cui lascio stare.
Ma almeno mi sono chiarita le idee.
ho dato un senso a una frase che prima non ce l´aveva!

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