martedì 27 marzo 2012

Divisa

Da quando sono piccola avevo sempre desiderato fare un viaggio all´estero da sola. Per vedere se ce la facevo, per vedere se ero capace.

E ci sono dentro. Sono passati 5 mesi. Poi ne sono passati 6. Poi 7.
E oggi, sono ufficialmente 8 mesi.

Sono 8 mesi di fatica, per imparare una lingua assurda; ma anche di soddisfazione.
Dopotutto ce l´ho fatta: ho fatto un viaggio all´estero da sola no?

Sono soddisfatta di quello che ho raggiunto, e delle persone che ho conosciuto, delle esperienze che ho fatto.
Ma non é finita.

Adesso inizia il conto alla rovescia:
3, 2, 1,...0

E da oggi mancano 95 giorni a quando lasceró la mia cittá danese.
Novantacinque.

E sembra un´ingiustizia che dopo otto mesi, adesso che inizi a vivere davvero, ti resti cosí poco.
Dopo che hai fatto tutta quella fatica, non puoi nemmeno restare un mese in piú.
Perché hai firmato quel foglio, e hai promesso, e non puoi tirarti indietro.
E quel pezzetto di carta, lo stesso che ti ha messo in quella situazione, ti strappa via senza battere ciglio.

È come un castello di sabbia.
Il bimbo usa una paletta presa in prestito per costruirlo, e magari ci mette tutto il pomeriggio.
E poi arriva il bambino che ha prestato la paletta, e in un secondo distrugge il castello, con la stessa paletta con il quale era stato costruito.

Ok é una metafora assurda, ma ci sta lo stesso.
Il senso é quello!

Insomma, ci sono volte che veramente maledici l´aereo che DEVI prendere, non hai scelta.
Ma ce ne sono altre che non vedi l´ora.

Tornare a casa. Rivedere tutti i miei amici. Non avere bisogno della birra per divertirsi.
Capire davvero quello che dicono.
Rivedere le montagne.
Il mio letto italiano.
Il cibo italiano, quello vero.

Tante cose, che ti fanno tornare voglia di prendere l´aereo.
Ma poi guardi a quello che hai qui e ci ripensi. E poi ti dispiace che hai solo 95 giorni.
E poi maledici l´aereo, e poi succede qualcosa che ti fa venire di nuovo voglia di andartene.

E sí, e no, e si ,e no, e si ,e no.
Non é indecisione, é lotta.

Perché tutt´e due le chiami "casa", tutt´e due le chiami famiglie, tutt´e due sono familiari.

E improvvisamente ti ritrovi divisa a metá.

É quell´orribile momento in cui vorresti essere in due posti allo stesso momento.

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